Basta tagli!

di Zuccolo Simone 3B TER

Questo può essere letto come uno “sfogo” di uno studente a cui interessa l'indirizzo di studi scelto e che vorrebbe passare più tempo possibile nelle officine del proprio istituto.
La parte “pratica” legata alle materie è molto importante negli istituti professionali, perché come dice il nome stesso preparano gli studenti a una “professione” nel futuro.
Fare ciò non significa “togliere ore” dalle materie di formazione d’obbligo (scientifiche e letterarie), ma arricchire le ore passate nei laboratori perché aiutano gli studenti, anche a livello visivo e “concreto”, a capire con chiarezza qual è l’argomento trattato nelle lezioni in tutte le sue sfaccettature.

Queste sono “richieste” che noi ragazzi abbiamo di continuo portato avanti, con esiti negativi.
Questo è l’appello di molti studenti che studiano presso gli istituti professionali, penalizzati ultimamente dalla riduzione del numero delle ore di officina.
Già da qualche tempo si nota, purtroppo, che le risorse per i laboratori sono stati dimezzati, e che in molti istituti vengono stretti degli accordi con le aziende produttrici dei materiali (con cui devono essere poi realizzati gli “elaborati”), per raccogliere donazioni sufficienti per garantire come minimo lo svolgimento delle attività essenziali nei laboratori pratici.
Questo taglio porterà in breve tempo alla chiusura di molti istituti tecnici e professionali, come è successo negli ultimi tempi, restringendo così la scelta per gli studenti che fra qualche anno si troveranno a dover scegliere il percorso che occuperà la gran parte della loro vita.



La risposta della scuola


Dello stesso avviso sono anche i docenti di tali discipline professionalizzanti "pratiche" che si sono visti sottrarre ore preziose di parte pratica in officina dalla generale ristrutturazione dei quadri orari degli indirizzi dei corsi professionali. Ciò dimostra una scarsa attenzione alle effettive esigenze degli studenti che si vedono privati dell'occasione di poter migliorare le loro competenze "pratiche" sul campo e, quindi, di affacciarsi in modo adeguato al mondo del lavoro. A tale mancanza "calata dall'alto", l'istituto "D'Aronco", però, ha fatto fronte con una organizzazione interna molto attenta e capillare, aumentando di fatto il numero di ore dedicate alle "officine" nei primi tre anni di corso (dalle previste 3 a 5) e offrendo la possibilità di cimentarsi in un periodo di stage di alternanza scuola-lavoro anche agli allievi della classe seconda, puntando sul potenziamento delle loro competenze fin da subito. Tutte le componenti della scuola sono, quindi, d'accordo sulla effettiva necessità di garantire il più possibile agli allievi che scelgono un indirizzo professionale la possibilità di potersi sperimentare sul campo e di far procedere l'aspetto teorico, fondamentale, in modo parallelo a quello pratico, altrettanto indispensabile.

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